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2008

L’8 novembre Lucia Giubbi e Martino Montanarini visitano per la prima volta Marcella Montresor, direttrice del centro di accoglienza per bambini di strada Smiling Children Town a Soddo per conto della Fondazione Exodus. In quel periodo, mentre l’edificio è in costruzione, Marcella alloggia in una stanza del Vicariato, proprietario del Centro. In questo contesto incontra Busajo, un ex bambino di strada, con il quale avvia un percorso di recupero rivolto agli street children della città. Un primo gruppo di 12 bambini si riunisce il pomeriggio presso la sua abitazione, che funge da infermeria, cucina, luogo di ritrovo.

2009

Lucia e Martino decidono di sostenere il Centro SCT, nel quale Marcella si è trasferita, attivando una raccolta fondi principalmente a Firenze e su tutto il territorio nazionale, grazie anche alla collaborazione delle librerie Giunti al Punto; tale fundraising consente di strutturare gli interventi sociali e il 3 aprile viene ufficialmente costituita l’associazione Busajo Onlus.

Tra il 2009 e il 2012 la famiglia Montanarini effettua molti viaggi a Soddo.

2010

In questo periodo Busajo Onlus sostiene interamente il centro SCT, assumendo e formando gli educatori, provvedendo a finanziare i costi di iscrizione scolastica, il vitto e l’alloggio, oltre alla formazione e al recupero degli utenti del programma. Supporta inoltre nei due anni successivi la realizzazione di altri progetti sempre a sostegno dei bambini.

2011

L’associazione avvia una collaborazione con la scuola per le bambine di Konto, la Abba Pascal Girls School. Oltre 900 bambine e ragazze di famiglie molto povere frequentano la scuola dalla materna alla maturità. Busajo Onlus ha contribuito al progetto sostenendo le spese relative al personale e agli insegnanti della scuola, partecipando al completamento degli impianti sportivi, e stampando e donando diversi volumi scolastici.

2012

Busajo Onlus sostiene il progetto per la costruzione dell’asilo di Zaimene a Shanto, un villaggio estremamente povero, nel quale era necessario ed urgente creare una scuola materna per i molti bambini del luogo.

A giugno Lucia e Martino, ultimata la costruzione, gli arredi e l’avviamento del progetto educativo di Smiling Children Town, decidono di intraprendere un nuovo percorso in autonomia sempre per i bambini di strada rivolto anche alle bambine. A dicembre l’associazione acquista un’auto nuova e affitta una casa per Marcella e Busajo.

2013

Il 2013 è stato un anno molto intenso, dedicato alle pratiche e ai permessi per il nuovo Centro e per la costruzione del Campus. L’associazione si è dedicata a tante iniziative per la raccolta fondi in Italia, alla stesura del nuovo progetto educativo e di quello architettonico di Busajo Campus, donato dall’architetto André Benaim.

A gennaio l’associazione riceve il riconoscimento da parte del governo etiope, a febbraio arriva l’approvazione del progetto e a marzo i bambini iniziano a frequentare la casa di Marcella. Il 19 aprile il nuovo sito www.busajo.org è online. La pratica del primo terreno individuato dalle autorità non va a buon fine, quindi a marzo Marcella e Busajo inviano una richiesta al Comune di Soddo, il quale assegna a Busajo Onlus un terreno di circa 35.000 metri quadrati.

Ad ottobre iniziano i lavori al terreno di Busajo Campus: prima il disboscamento, poi la misurazione dei confini e la recinzione.

2014

Una volta preparato il terreno iniziano i lavori al Centro con la costruzione della casa per la country manager e del Main Building che ospiterà i bambini. A gennaio l’associazione prende in affitto una casa per accogliere il primo gruppo di 30 bambini al fine di iniziare il loro percorso di recupero; a settembre si aggiunge un secondo gruppo.

2015 – 2016

A marzo del 2015 Marcella si trasferisce al Campus, di fatto un cantiere con edifici in costruzione, ed allestisce un ufficio temporaneo nella casa del guardiano. A novembre l’associazione affitta una seconda casa per accogliere le bambine ed avviare il loro programma di recupero.

Alla fine del 2015 i lavori agli impianti sportivi sono terminati insieme allo scavo del pozzo artesiano e i bambini iniziano a frequentare il Centro Busajo Campus unicamente per le attività in esterno; ad ottobre del 2016 inizia la costruzione della Girls House – casa delle bambine – e dei laboratori professionali, e i bambini finalmente si trasferiscono nel Main Building, appena terminati i lavori.

Oltre al tradizionale Mercatino di Natale, che si organizza puntualmente ogni anno sin dal 2009, Philippe Daverio offre la sua presenza all’Asta di Arte Contemporanea del 11 maggio 2016, battendo le opere donate da circa 50 artisti e realizzando un evento proficuo oltre che memorabile per la generosità dei partecipanti e lo spirito di allegria e vitalità in sala.

Nel dicembre del 2016 Busajo Onlus accede all’iscrizione alla Cooperazione Internazionale come ONG.

2017 – 2018

In questi anni l’associazione incrementa il numero dei soci, nell’intento di potenziare la raccolta fondi per far fronte alle spese di costruzione del Campus. A settembre 2017 si realizza la seconda Asta sempre con Philippe Daverio e ad aprile una deliziosa caccia alle uova presso le Serre Torrigiani.

Viene inoltre aperta una sede operativa a Firenze con l’attivazione di una segreteria nel rispetto delle normative previste per le NGO.

Il cantiere prosegue con la sostituzione della vecchia recinzione perimetrale in legno con una solida e sicura in muratura, e la costruzione delle nuove stalle e della Guest House. Contemporaneamente vengono terminati gli arredi e le rifiniture degli altri edifici.

2019 – 2020

Nel 2019 viene costruito un bellissimo Tukul per le attività in esterno durante la stagione delle piogge e i periodi molto caldi. Nel 2020 è stato realizzato l’ultimo, ma non meno importante, edificio del Compound: una Palestra con docce, servizi igienici e spogliatoi a supporto degli Impianti Sportivi. Ora anche i ragazzi e le ragazze della zona in programma non residenziale, possono accedere e utilizzare i campi sportivi in modo autonomo. I lavori al Campus sono finalmente terminati.

Per celebrare il decennale dalla fondazione, il 3 aprile 2019 viene organizzata una raccolta fondi grazie alla donazione di un prezioso gioiello donato dalla gioielleria Fratelli Piccini, che insieme ad altri premi dà luogo ad una seconda Lotteria di beneficenza.

2021 – 2022

Nonostante la pandemia l’associazione continua la raccolta fondi e a portare avanti gli obiettivi prefissati.

Nel 2021, da giugno a novembre, l’associazione si dedica alla costruzione di una scuola nella zona di Bakulo Segno per permettere a più di 1000 bambini di iniziare o riprendere un percorso di istruzione.

A fine ottobre 2021 va in stampa il libro “Busajo – Bambine e bambini che guardano lontano”. A 12 anni dalla sua fondazione Busajo Onlus ha voluto raccontare il percorso che li ha portati alla costruzione di Busajo Campus. Un luogo sicuro e accogliente dove realizzare il progetto educativo per il recupero, la riabilitazione e il reinserimento in famiglia e nella società dei tanti bambini e bambine di strada di Soddo in Etiopia.

Nel 2022 l’associazione ha costruito circa 40 case nei villaggi di provenienza dei bambini e bambine inseriti nel programma di recupero, in modo da sostenere le famiglie più povere e favorire il futuro reinserimento dei minori. L’intervento è stato realizzato con il prezioso contributo della Fondazione 153.

Grazie al rinnovato sostegno di Uefa Foundation for Children e di Mastercard e ai contributi dell’Otto per Mille statale e dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese è stato possibile attuare il progetto dell’ampliamento dei laboratori di formazione professionale di falegnameria e la costruzione di un nuovo edificio per il laboratorio di tessitura, necessari per soddisfare il crescente numero di richieste di partecipazione degli utenti di Busajo Campus.

Laboratorio falegnameria:

Laboratorio di tessitura:

In seguito alla Riforma del Terzo Settore e l’iscrizione al Runts (Registro unico nazionale del Terzo Settore), avvenuta a novembre del 2022, l’associazione cambia nome in Busajo NGO ETS.

Busajo Campus il progetto educativo dalle origini ad oggi:

Per lo svolgimento del programma di recupero, anche alla luce dell’esperienza quinquennale ad SCT, i bambini vengono contattati sulla strada e viene loro esposta la possibilità di un cambiamento di vita attraverso un percorso faticoso di impegno nel rispetto delle regole, ma al termine del quale il reinserimento nella famiglia, nella scuola e nella società sarà solido e duraturo. Una volta inseriti i bambini alloggiano nella struttura e partecipano ai corsi di recupero, alle attività ludico-sportive ed acquisiscono competenze di socializzazione e convivenza. La biblioteca, le aule e gli impianti sportivi offrono loro spazi di apprendimento per un periodo medio di soggiorno che varia da 1 a 3 anni.

A tale scopo è necessario assumere degli educatori, non soltanto per il primo contatto ma anche per il monitoraggio e la tutela dei minori durante la permanenza al Campus ed il funzionamento della struttura. Attualmente vi operano quasi 40 operatori tra Tutors, contabili, insegnanti, donne delle pulizie, cuoche e guardiani. Partecipano al programma residenziale mediamente tra i 70 e gli 80 bambini, che frequentano a turni alterni, tra mattina e pomeriggio, le scuole della città.

Tuttavia una parte significativa del lavoro dello Staff si svolge all’esterno del perimetro murario, portando alle famiglie da cui provengono i bambini utenti del programma di recupero, gli strumenti necessari al ripristino delle condizioni socio-sanitarie ed economiche in previsione del reinserimento. L’attività di counseling, assistenza legale e micro-credito alle madri, e non ultima quella di prevenzione, impegnano gli educatori di Busajo Campus nelle zone rurali da cui proviene il fenomeno dei bambini di strada.

I laboratori di formazione professionale sono attivi per i ragazzi più grandi: i maestri di tessitura, falegnameria, lavorazione del bambù, saponeria e panificazione, nonché i guardiani delle stalle e degli orti, insegnano i mestieri utili all’acquisizione di competenze pratiche che consentano un’attività lavorativa al termine del percorso educativo.

Il programma delle bambine rappresenta di fatto una sfida essendo un progetto pilota nel Sud dell’Etiopia, uno tra i pochissimi nel paese. La ragione di tale carenza da parte dei servizi sociali risiede nella difficoltà, comune a molti paesi, di accedere al racket della prostituzione minorile da una parte, ed alla cultura ancora tribale nelle zone più isolate e remote delle campagne, cultura che tende a minimizzare e perfino occultare fenomeni di schiavismo e sfruttamento. Le bambine e ragazze ospiti al Campus risiedono separatamente e richiedono un’attenzione all’aspetto del recupero psicologico assai intensa. Frequentano le scuole e condividono al Campus momenti di sport e gioco con i bambini, apprendono prima di tutto a riacquisire fiducia in se stesse, insieme alle norme igieniche per la cura della casa, della cucina, della persona e dei figli, oltre al mestiere che le renda autonome.

Come si legge all’inizio di questa breve storia, Busajo è il soprannome del primo ragazzo di strada che ha ispirato in noi, con il suo impegno e con l’esempio della sua vita, il desiderio di fornire ai bambini caduti nell’abbandono scolastico ed in una vita di accattonaggio, gli strumenti imprescindibili per una rinascita. Busajo, allora diciassettenne, ha seguito i bambini dal primo gruppo per tutti questi anni, come educatore e come giovane uomo che ha vissuto sulla propria pelle la vita di strada. Oggi è Direttore dello Staff, ha terminato gli studi superiori e conseguito due lauree: una in psicologia ed una in farmacia presso l’Università di Awassa.

Nel 2022 Busajo ha conseguito il Master in Economia.