TESTIMONIANZA DI UN BAMBINO
“Oggi per me è un giorno speciale, nel pomeriggio prenderò l’autobus che mi porterà ad Adama, da oggi sono un membro della grande università dell’Etiopia.
Vi parlo in inglese perché ho capito che questa lingua è importante, è un mezzo che ci porta nel mondo, che ci permette di leggere, di studiare, di capire, di crescere e io al centro, nei 4 anni che ci sono rimasto, ho imparato tutto questo. Dovete studiare, studiare tanto se volete farcela.
Io come tutti voi ero un bambino di strada, sono rimasto sulla strada 8 anni prima di incontrare Marcella, ma prima di incontrarla ho conosciuto Busajo, eravamo nella stessa scuola; non avevo soldi, vivevo arrangiandomi, dormivo sulla strada, di giorno andavo a scuola e poi caricavo e scaricavo camion, lavavo macchine, mendicavo ma ad un certo punto non riuscivo comunque a mettere insieme i soldi per comprarmi i quaderni e le penne e i libri, volevo lasciare la scuola. Busajo mi ha procurato tutto quello di cui avevo bisogno, non so come faceva perché anche lui era sulla strada come me, ma lui mi ha convinto a proseguire, ero bravo a scuola, ma senza Buze non sarei riuscito ad andare avanti. Poi, qualche anno dopo Busajo mi dice che è arrivata una persona che forse poteva aiutarmi, quella persona era Marcella. Io sono andato da lei ma non avevo nessuna speranza che mi aiutasse perché avevo visto Salamsow con lei, che era piccolissimo e ho pensato che io ero troppo grande … ma lei non mi ha chiesto niente, nessuna prova che fossi un ragazzo di strada, mi ha accolto e aiutato senza fare domande. Così è iniziata la mia vita con Marcella e Busajo, quattro anni fa. Marcella era durissima, urlava perché non sapevo fare il letto o altre cose semplici, però aveva ragione, io non ero capace di fare le cose semplici di tutti i giorni, quelle che servono se si vuole vivere in modo dignitoso, quelle che adesso mi serviranno tantissimo all’università e adesso ricordo con grande amore tutte le volte che lei mi sgridava o che mi incitava a studiare, aveva ragione e voi dovete ascoltarla sempre, sempre. Io ho una famiglia, un padre e una madre e fratelli ma sono poverissimi e non avrebbero mai potuto fare quello che il centro ha fatto per me e quello che sta facendo per tutti voi, adesso Busajo per me è più di un fratello e Marcella è come mia madre, io so che non potrò mai ripagare quello che hanno fatto per me e che continuano a fare, ma la mia gratitudine sarà per tutta la vita e non potrò mai dimenticarli. Tutti i giorni mi accorgo che quello che mi hanno insegnato non è possibile ripagarlo, mi hanno insegnato a vivere, ad essere un uomo, ad amare senza chiedere niente, mi hanno insegnato il rispetto per me stesso e per gli altri. Voi dovete ricordarvi sempre che anche quando vi sgridano o vi puniscono perché avete sbagliato, lo fanno sempre con amore, ci vogliono bene davvero per questo si arrabbiano quando facciamo sempre gli stessi errori.
Io oggi lascio il centro, inizio una cosa grande, nessuno della mia famiglia è mai andato all’università, però voglio dirvi che non è importante andare all’università per essere bravi, anche imparare un lavoro e vivere come persone oneste è importante, come hanno fatto Miretu o Amanuel o Bibi o altri che prima di me hanno lasciato il centro perché erano pronti per vivere.
Che Dio benedica in eterno sempre e in qualsiasi parte del mondo si trovino Busajo e Marcella perché sono sicuro che dovunque saranno porteranno amore come fanno qui da noi e aiuteranno sempre la gente e specialmente i bambini, che Dio ti benedica e protegga Marcella, che Dio ti benedica e protegga Buze. Grazie perché mi avete regalato una vita.”